- Sai, ci sono ferite che un cacciatore può rivivere, ferite causate dal veleno di un demone: non ti rendi neanche conto di cosa c'è che non va in te, ma dentro stai lentamente sanguinando a morte. Ecco, essere solo un fratello per te mi da la stessa sensazione. (Jace)
Clary: Io non sono un angelo, Jace. Scarico illegalmente musica da internet, non restituisco i libri in biblioteca, racconto balle a mia madre. Sono assolutamente normale.
Jace: Non per me.
Io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora. (Jace a Clary)
E adesso ti sto guardando e tu mi chiedi se ti voglio ancora, come se io potessi smettere di amarti. Come se potessi essere disposto ad abbandonare la cosa che più di ogni altra mi rende forte. Non ho mai osato dare tanto di me a nessuno, prima d'ora. Poche briciole ai Lightwood, a Isabelle e ad Alec, e mi ci sono voluti anni... Ma, Clary, dalla prima volta che ti ho vista, io ti sono appartenuto completamente. Ed è ancora così. Se tu mi vuoi. (Jace)
Jace sapeva di non piacerle molto, ma non poteva biasimarla: anche lui, al suo posto, probabilmente non si sarebbe piaciuto.
Però, Magnus, non me l'hai mai detto. Non mi hai mai avvertito che sarebbe stato così, che un giorno mi sarei svegliato e mi sarei accorto di star andando in una direzione che tu non potevi seguire. Non mi hai mai ricordato che siamo essenzialmente diversi. Non c'è "finché morte non vi separi", per chi non muore mai. (Alec)
– Non si possono avere due padri- disse Jace.
- Ora guardo i miei fratelli che spalancano le porte dei loro cuori e penso: -Ma siete pazzi?- I cuori si infrangono. E penso che, anche quando si ricompongono, non si torna più gli stessi di prima. (Isabelle)
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