— Alec! — Magnus lo guardava incredulo. Aveva liquidato i demoni Iblis
che ancora restavano e la piazza adesso era vuota, fatta eccezione per
loro due. — Mi hai... mi hai appena salvato la vita?
Alec sapeva che
avrebbe dovuto dire qualcosa del tipo: "Ma certo, perché io sono un
Cacciatore, ed è quello che facciamo noi Cacciatori". Oppure: "È il mio
mestiere." Jace avrebbe detto qualcosa del genere. Jace sapeva sempre
qual era la cosa giusta da dire. Ma le parole che uscirono dalla bocca
di Alec furono molto diverse e suonarono petulanti alle sue stesse
orecchie. — Non mi hai mai richiamato — disse. — Io ti ho chiamato un
sacco di volte e tu non mi hai mai richiamato.
Magnus guardò Alec
come se fosse impazzito. — La tua città è sotto assedio — disse. — Le
difesesono state abbattute e le strade pullulano di demoni. E tu vuoi
sapere perché non ti ho chiamato?
Alec strinse le labbra in una linea ostinata. — Io voglio sapere perché tu non mi hai richiamato.
Magnus
alzò le braccia al cielo, in un gesto di palese esasperazione. Alec
notò con interesse che quando lo fece gli sfuggirono dalle dita alcune
scintille, come lucciole che scappassero da un barattolo di vetro. — Sei
un idiota.
— È per questo che non mi hai richiamato? Perché sono un idiota?
—
No. — Magnus gli si avvicinò. — Non ti ho chiamato perché sono stanco
che tu mi cerchi solo quando hai bisogno di qualcosa. Sono stanco di
vederti innamorato di qualcun altro. Di uno che, traparentesi, non
ricambierà mai il tuo amore. Non come me.
— Tu mi ami?
—
Stupido Nephilim — ribatté Magnus paziente. — Perché mai sarei qui?
Perché mai avrei passato queste ultime settimane a rimettere in sesto i
tuoi stupidi amici ogni volta che si fanno male? E a tirare fuori te da
ogni situazione assurda in cui ti cacciavi? Per non parlare dell'aiuto
che vi ho dato per vincere la battaglia contro Valentine. E tutto
completamente gratis!
— Non l'avevo mai vista in questo modo — ammise Alec.
— Certo che no. Tu non la vedi mai in nessun modo. — Gli occhi felini di Magnus brillavano di rabbia. — Io ho settecento anni, Alexander. So quando qualcosa non funziona. E tu invece non vuoi nemmeno ammettere coi tuoi genitori che io esisto.
Alec lo fissò. — Tu hai settecento anni?
— Be' — si corresse Magnus — sarebbero ottocento, ma non li dimostro. Comunque, non è questo il punto. Il punto è che...
Alec
non potè scoprire quale fosse il punto, perché in quel momento un'altra
decina di demoni Iblis invasero la piazza. Restò a bocca aperta. —
Dannazione.
Magnus seguì il suo sguardo. I demoni si stavano aprendo a
ventaglio formando un semicerchio intorno a loro, gli occhi gialli
ardenti. — Bel modo di cambiare discorso, Lightwood.
— Sai che ti dico? — Alec sguainò un'altra spada angelica. — Se usciamo vivi di qui, giuro che ti presento a tutta la famiglia.
Magnus
sollevò le mani. Le dita sfavillanti di fiammelle azzurre illuminarono
il suo sorriso di ardente luce azzurrata. — Ci sto.
Shadowhunters -Città di vetro- capitlo 10
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