lunedì 30 settembre 2013

— Alec! — Magnus lo guardava incredulo. Aveva liquidato i demoni Iblis che ancora restavano e la piazza adesso era vuota, fatta eccezione per loro due. — Mi hai... mi hai appena salvato la vita?
Alec sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa del tipo: "Ma certo, perché io sono un Cacciatore, ed è quello che facciamo noi Cacciatori". Oppure: "È il mio mestiere." Jace avrebbe detto qualcosa del genere. Jace sapeva sempre qual era la cosa giusta da dire. Ma le parole che uscirono dalla bocca di Alec furono molto diverse e suonarono petulanti alle sue stesse orecchie. — Non mi hai mai richiamato — disse. — Io ti ho chiamato un sacco di volte e tu non mi hai mai richiamato.
Magnus guardò Alec come se fosse impazzito. — La tua città è sotto assedio — disse. — Le difesesono state abbattute e le strade pullulano di demoni. E tu vuoi sapere perché non ti ho chiamato?
Alec strinse le labbra in una linea ostinata. — Io voglio sapere perché tu non mi hai richiamato.
Magnus alzò le braccia al cielo, in un gesto di palese esasperazione. Alec notò con interesse che quando lo fece gli sfuggirono dalle dita alcune scintille, come lucciole che scappassero da un barattolo di vetro. — Sei un idiota.
— È per questo che non mi hai richiamato? Perché sono un idiota?
— No. — Magnus gli si avvicinò. — Non ti ho chiamato perché sono stanco che tu mi cerchi solo quando hai bisogno di qualcosa. Sono stanco di vederti innamorato di qualcun altro. Di uno che, traparentesi, non ricambierà mai il tuo amore. Non come me.
— Tu mi ami?
— Stupido Nephilim — ribatté Magnus paziente. — Perché mai sarei qui? Perché mai avrei passato queste ultime settimane a rimettere in sesto i tuoi stupidi amici ogni volta che si fanno male? E a tirare fuori te da ogni situazione assurda in cui ti cacciavi? Per non parlare dell'aiuto che vi ho dato per vincere la battaglia contro Valentine. E tutto completamente gratis!
— Non l'avevo mai vista in questo modo — ammise Alec.
— Certo che no. Tu non la vedi mai in nessun modo. — Gli occhi felini di Magnus brillavano di rabbia. — Io ho settecento anni, Alexander. So quando qualcosa non funziona. E tu invece non vuoi nemmeno ammettere coi tuoi genitori che io esisto.
Alec lo fissò. — Tu hai settecento anni?
— Be' — si corresse Magnus — sarebbero ottocento, ma non li dimostro. Comunque, non è questo il punto. Il punto è che...
Alec non potè scoprire quale fosse il punto, perché in quel momento un'altra decina di demoni Iblis invasero la piazza. Restò a bocca aperta. — Dannazione.
Magnus seguì il suo sguardo. I demoni si stavano aprendo a ventaglio formando un semicerchio intorno a loro, gli occhi gialli ardenti. — Bel modo di cambiare discorso, Lightwood.
— Sai che ti dico? — Alec sguainò un'altra spada angelica. — Se usciamo vivi di qui, giuro che ti presento a tutta la famiglia.
Magnus sollevò le mani. Le dita sfavillanti di fiammelle azzurre illuminarono il suo sorriso di ardente luce azzurrata. — Ci sto.

Shadowhunters -Città di vetro- capitlo 10

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